sabato 21 maggio 2011

Terry Kath, chi era costui? O "delle classifiche" e del tempo che trovano. Saggio di Innocenzo Alfano

Riceviamo da Innocenzo Alfano e, volentieri, pubblichiamo: "Chi non ha mai letto, almeno una volta, una bella classifica dei “migliori 100” chitarristi rock? Credo che sia capitato a tutti di leggerle. Beh, il problema di quelle classifiche è che, purtroppo, sono spesso compilate da persone che non hanno molto chiara la differenza tra chi la chitarra sa suonarla bene e tra chi, invece, la suona in maniera approssimativa o tutt’al più in modo elementare. Ma il guaio ancora più grosso è che, in molti casi, le persone – o gruppi di persone – che compilano quelle classifiche sono considerate "autorevoli". Per parlare (in breve) di questo argomento, sul bimestrale “Apollinea”, ho preso spunto dalle vicende artistiche e umane di Terry Kath, bravissimo chitarrista dei Chicago per dieci anni consecutivi, ma il cui nome, in quelle classifiche, non è mai comparso, e continua a non comparire, troppo di frequente...Saluti e, a tutti quelli a cui interessa la materia, buona lettura."
Articolo pubblicato su “Apollinea”, Rivista bimestrale del territorio del Parco Nazionale del Pollino, Anno XV – n. 3 – maggio-giugno 2011, pag. 33.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

non sono per nulla d'accordo con l'articolo.Il rock non è musica classica. Quindi non si può valutare la materia guardando principalmente alla perizia tecnica o alla padronanza dello strumento. Se c'è un errore in quella classifica è non aver messo Keith Richards nei primi 3 posti. Richards con i suoi pochi accordi, i suoi tantissimi riff e pochissimi solo è uno dei chitarristi più influenti del rock. Come Lou Reed. Volerli mettere al 50esimo posto non ha senso. Chi ha influenzato il chitarrista dei Chicago? Quasi nessuno. Reed e Richards con il loro approccio ritmico e incompetente hanno fatto il rock. Da loro è nato il punk, l'indie 80, il grunge. Alla faccia della tecnica, dei lunghi solo e della perizia. Giacomo

innocenzo alfano ha detto...

Proprio non capisco l’avversione di Giacomo per (cito dal suo post) “la tecnica, i lunghi solo e la perizia”. Se non gli piacciono tutte queste cose, preferendo ad esse “un approccio ritmico e incompetente”, devo dedurne che a lui, in definitiva, non piace la musica. Peccato, non sa cosa si perde... Saluti. Innocenzo Alfano

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